STORIA DELLA FAMIGLIA VESTRI

La storia dell’Azienda Agricola Vestri è una storia di passione, dedizione e amore per la terra. Un intreccio di saperi e valori tramandati per tre generazioni, fino ad arrivare oggi a Manuela, custode di una tradizione di coltivazione del grano che ha radici profonde nella terra Toscana.

Come un filo rosso, il richiamo potente della natura, collega Manuela ai genitori e ai nonni. Entrambi commercianti, il nonno si occupava di suini, cavalli e mucche, mentre la nonna vendeva tessuti, in particolare trine e pizzi.

Le scarpe tanto agognate non sarebbero mai arrivate, ma la nonna di Manuela dimostrò sin da subito tutta l’intraprendenza e la determinazione che ancora oggi caratterizzano la famiglia Vestri. Proprio come questa storia di tantissimi anni fa, anche quella dell’Azienda Agricola Vestri è intrisa di sogni, sacrifici e impegno costante.

Un aneddoto d’infanzia della nonna risuona ancora oggi tra i ricordi di Manuela.
Aveva solo 5 anni, la nonna, quando chiese a suo padre di comprarle un paio di scarpe.Il bisnonno, invece di accontentare la figlia, decise di sfidarla: se avesse venduto un intero cesto di pizzi e trine, avrebbe potuto comprarsi le scarpe che tanto desiderava.

Dopo tanto vagare, la bambina trovò una grande villa con un parco enorme.
Con fierezza informò del suo scopo i servitori incuriositi: doveva vendere i tessuti per comprarsi le scarpe con il ricavato. Sopraggiunse una signora dall’aria sfarzosa, che le diede un soldo d’argento senza volere niente in cambio. Quella donna era la Regina Margherita. Il padre, non credendo a questa vicenda, accusò la figlia di aver rubato il denaro. Solo successivamente, tornando al palazzo, scoprì che la bambina aveva detto la verità.

L’amore tra la nonna e il nonno di Manuela sbocciò tra i paesaggi della Toscana, dove lei si era trasferita con le sorelle per lavorare. I due si innamorarono e andarono a vivere ad Arezzo, acquistando terreni e poderi nella zona di Pescaiola, a Indicatore e in Val di Chiana.

L’arrivo della guerra, però, mise alla prova la felicità dei due giovani. La nonna fece un voto alla Madonna: avrebbe costruito una chiesina in Pescaiola, se lei avesse salvato il marito e i figli. Ancora oggi la chiesina della Maestà si trova lì, a testimoniare l’amore e la dedizione familiare.

A far da sfondo all’incontro tra il padre e la madre di Manuela fu invece l’Amiata, dove i nonni vendevano tessuti nei mercati locali. In quella meravigliosa terra i due si innamorarono e diventarono genitori di quella bambina forte e determinata che oggi porta avanti la tradizione di famiglia.

Manuela all’età di 7 anni si trasferì con i suoi genitori ad Arezzo. I nonni gestivano i poderi e la madre lavorava come dirigente responsabile della qualità in un’azienda di abiti da uomo. Quando il nonno venne a mancare, però, il richiamo della terra iniziò a farsi sentire sempre di più, fino a portare il padre di Manuela a decidere di dedicarsi completamente alla coltivazione del grano, dell’olio e del vino nel podere di Marciano della Chiana..

Manuela, ormai cresciuta, lo seguiva da lontano. Il padre l’aveva incoraggiata a studiare, viaggiare e crearsi un futuro lontano dalla terra. Un futuro più comodo, fatto di minor fatica e maggiori vantaggi.

Ma quel richiamo che al tempo aveva riportato il padre alla campagna iniziò a bussare anche al cuore di Manuela. La ragazza, laureatasi in Lingue con indirizzo socio-antropologico, ha sempre messo al centro dei suoi studi e dei suoi lavori la connessione tra uomo e terra.

Nonostante le benevole preoccupazioni del padre, quel legame con la natura portò Manuela a iscriversi ai coltivatori custodi della Regione Toscana, prendendo in consegna i semi di grano Inallettabile, di Frassineto Gentil Rosso, di cece Pergentino e di mais quarantino di Anghiari.

Avere cura dei semi la affascinava, la appassionava e le deva una responsabilità importante. Quel richiamo non poteva più essere ignorato.

Decise così di fare una proposta al padre: prendere in affitto i terreni per poterli coltivare a suo piacimento. Iniziò a seminare grani teneri, cece Pergentino e mais quarantino di Anghiari. Ma la vera gioia, la più grande soddisfazione, arrivò dal seme di grano duro del nonno, che ancora oggi coltiva con cura per produrre il semolato per la pasta, seguendo il metodo dell’Agricoltura Naturale Shumei.

La passione di Manuela, infatti, non si è fermata alla tradizione di famiglia.
Nel 2014 conosce l’Associazione Shumei e la pratica dell’Agricoltura Naturale.
Si innamora immediatamente di questo mondo e della sua filosofia, che connette uomo e ambiente in un legame potentissimo.

Oggi Manuela coltiva la terra seguendo i ritmi naturali, rispettandone i cicli e la biodiversità. La sua missione è quella di offrire prodotti sani e genuini, frutto di una filosofia di vita che rispetta la natura e la sua bellezza.

Da qui la scelta di analizzare il DNA dei vitigni e la scoperta che, in quella vigna di 100 anni, hanno le loro radici molti vitigni estinti di cui prendersi cura.
Manuela ha creato un nuovo vigneto di mezzo ettaro, con le piante figlie delle grandi madri, connesse in un ideale abbraccio. Qui crescono senza concimi, fertilizzanti o pesticidi, consentendo la realizzazione di vini rossi e bianchi dotati di particolari bouquet di profumi, ottenuti attraverso blend di uvaggi di alta qualità. Da quest’anno è presente anche un ottimo e frizzante rosato.

Manuela riserva lo stesso amore e la stessa dedizione agli ulivi, trattati sempre nel rispetto della crescita, senza far mai prevalere sulla natura le esigenze dell’uomo.

Nel futuro dell’Azienda Agricola Vestri non c’è solo l’amore per la terra, ma anche la sua connessione con l’uomo e lo spirito.

Un pensiero che trova concretizzazione in un progetto architettonico-paesaggistico evolutivo, che riconosce nell’energia vitale la parte divina della natura, di cui l’uomo è parte integrante, al pari di ogni altro essere vivente.

Un progetto che mira a individuare nel luogo un cuore pulsante, che ne aumenta la vitalità e determina la trasformazione fisica, energetica e spirituale dell’organismo vivente paesaggistico. Grazie a questo progetto, il paesaggio faciliterà la connessione con la parte divina, creando una nuova armonia tra luoghi e persone.

Architetti, paesaggisti, studiosi di bio-energie e studenti di Design analizzeranno componenti materiali e immateriali, con l’obiettivo comune di creare un luogo in cui la natura sia anche terapia per lo spirito.

Il richiamo della terra e il desiderio di prendersene cura hanno guidato le tre generazioni della famiglia Vestri attraverso sfide e difficoltà, dimostrando l’importanza dell’unione e del supporto reciproco.

Questa è la storia di una famiglia che vede nella natura il cuore pulsante della vita e che desidera continuare a preservare l’ambiente per offrire prodotti genuini e tramandare alle generazioni future la forza inarrestabile di quel richiamo.

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