Il mio racconto inizia con il quadro di Millet “l’Angelus” perché il mio avvicinarmi alla terra e alle piante parte dalla mia spiritualità. Sento molto forte questo filo che unisce me a tutti gli esseri viventi, la terra vive, respira, mi accoglie e mi sostiene.
Mi piace molto camminare a piedi nudi lungo i filari e lungo i campi per poi sdraiarmi e “sentire” il profumo di erba bagnata e di terra arata immaginando la vita che c’è sotto la superficie. Di sicuro un grande trambusto e un incessante lavoro. A volte amo “sentire” solo silenzio che mi avvolge; in realtà la terra riposa apparentemente nel lungo inverno, ma ascoltandola bene si sente il suo leggero respiro.
Sono un coltivatore custode di semi di grani antichi e per me i semi sono una grande risorsa, sono la vita. I grani in commercio oggi – per la maggior parte –sono sterili, da ricomprare quindi ogni anno; e quando hanno germinabilità, è talmente debole, che è necessario impiegare sempre più fertilizzanti per dare al seme il giusto nutrimento e fare in modo che le piantine crescano bene. La verità è che la natura, lasciata fare, sa bene quello che deve fare: il ciclo dell’azoto, la produzione di etilene, etc, sono tutti processi che in natura avvengono semplicemente e naturalmente.
Agricoltura naturale
I principi dell’agricoltura naturale che io seguo sono quelli di Shumei, l’Associazione giapponese il cui fondatore Mochici Okada detto Meishusama, ha promulgato negli anni ’50. È sorprendente vedere cosa accade alle radici dei semi che vengono trattati con i principi dello Shumei e quelle dell’agricoltura convenzionale. Le prime sono molto più robuste e si irradiano, si radicano meglio in quanto il seme si “imparenta” con il terreno, imparano a conoscersi e a rispettarsi, soprattutto imparano a sostenersi a vicenda; le seconde sono più deboli e hanno bisogno dell’aiuto esterno per espandersi.
Seguimi, ti racconterò dei miei viaggi dentro l’amore per l’agricoltura naturale e di tutti i miei progetti ad essa correlati.