Biodiversità. Agrobiodiversità. Biologico. Sono parole che leggiamo spesso in questi anni di maggiore sensibilizzazione verso l’ambiente e verso ciò che portiamo in tavola. Ma conosciamo veramente il loro significato? Forse non del tutto, dato che a volte vengono usate come sinonimi, oppure con accezioni non appropriate.
Per fare chiarezza vogliamo entrare nel merito di ognuno di questi concetti e spiegarne il significato. Per permettere a ciascuno di avere gli strumenti indispensabili per fare le proprie scelte.
Nei campi dell’Azienda Agricola Vestri si pratica da sempre l’agricoltura naturale di Shumei, che pone al centro della sua filosofia il rispetto per la Natura e per la biodiversità. Approfondiamo di seguito questo concetto.
Cos’è la biodiversità?
Per spiegare cos’è la biodiversità, partiamo dalla definizione della Convenzione sulla diversità biologica, redatta nel 1992 in occasione della Conferenza dell’ONU su ambiente e sviluppo. Biodiversità è:
“ogni tipo di variabilità tra gli organismi viventi, compresi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini e altri acquatici e i complessi ecologici di cui essi sono parte; essa comprende la diversità entro specie, tra specie e tra ecosistemi“.
Il concetto fondamentale che emerge da questa definizione è quanto sia importante la variabilità degli organismi viventi presenti sulla Terra. Maggiore sarà la varietà delle specie viventi e maggiori saranno gli equilibri che si instaureranno in natura. Sarà la selezione naturale a decidere quale specie potrà continuare la propria evoluzione e non l’uomo, sulla base di interessi legati unicamente al profitto.
Un esempio di biodiversità
L’esempio più calzante per aiutarci a capire meglio il concetto di biodiversità è quello del grano. Per rispondere alle esigenze di una società in espansione e alle crescenti richieste del mercato, alcuni grani hanno subito delle trasformazioni genetiche che hanno permesso di avere un prodotto molto più resistente e adatto alle nuove finalità. E questo con un forte impatto sulla biodiversità, perché grani antichi che erano meno produttivi non sono stati più seminati finendo con lo scomparire del tutto. Ciò non solo ha portato ad una omologazione delle specie di frumento usate per ottenere pasta e pane ma ha anche significato l’impoverimento delle varietà di grano esistenti in natura.
Strettamente connesso con questo concetto è quello di agrobiodiversità che indica la varietà delle specie viventi nel settore dell’agricoltura, sia vegetali che animali.
Si parla sempre più spesso anche di agricoltura biologica, una forma di agricoltura che non viene praticata nella nostra azienda. Vogliamo comunque informare su cosa essa rappresenti e sui suoi principi.
Cosa significa biologico?
Il termine biologico indica quei prodotti ottenuti da agricoltura biologica, un’espressione che viene usata in contrapposizione all’agricoltura di tipo industriale. L’agricoltura biologica è una tecnica che in Europa ha iniziato a diffondersi prima della seconda guerra mondiale, grazie al lavoro di due agronomi: il tedesco Pfeiffer e l’inglese Howard.
Quali sono i principi dell’agricoltura biologica?
Alla base dell’agricoltura biologica c’è la volontà di produrre cibi con maggiori qualità nutritive rispetto ai cibi in commercio. Per fare questo occorre migliorare la fertilità della terra con una serie di accorgimenti. La rotazione delle coltivazioni, gli interventi poco invasivi che non prevedono l’uso di concimi chimici o antiparassitari industriali, sono solo alcuni esempi. In generale l’obiettivo è fare in modo che si crei una sorta di equilibrio, per contrastare naturalmente i parassiti e le malattie che possono colpire le coltivazioni. Ciò significa maggiore rispetto per l’ambiente e per gli animali, che non vengono allevati in modo intensivo.
A livello comunitario l’agricoltura biologica è disciplinata dal Regolamento CEE 2092/91. Esistono quindi regole ben precise da rispettare e altrettanti controlli per avere sull’etichetta il marchio europeo che certifica la coltivazione biologica.
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